“Prometto di
esserti fedele sempre nella gioia e nel dolore, nella salute e nella
malattia” malattia. Sì, perché scoprire che il proprio marito o la propria
moglie a poco più (o poco meno…) di 60 anni è affetto da una demenza significa
scoprire che il rapporto con lui/lei sta cambiando e che non avrà più le
caratteristiche che aveva prima. Ci sarà un momento in cui bisognerà fare i
conti con un compagno o compagna di vita che avrà bisogno di noi come non mai.
Bisognerà fare i conti con la paura di non farcela a sostenere chi magari fino
a quel momento ha sostenuto noi. Bisognerà provare a ricostruire la nostra
identità in funzione del nostro caro. Costerà fatica e porterà a momenti di
sconforto. Ma c’è a monte una promessa fatta davanti a molte persone e, per chi
è religioso, a Dio. La promessa di continuare ad amare il nostro caro
nonostante il dolore, la fatica e la malattia. E posso dire di avere la fortuna
di vedere questa manifestazione di vero amore quasi quotidianamente nella mia
esperienza nei Centri Sollievo. Mi capita di parlare con mogli che si
rimboccano le maniche e cominciano ad imparare a fare quei lavori in casa che
mai hanno fatto perché da sempre se ne occupava il marito, o quando un marito
dopo 30 o 40 anni di matrimonio impara a stirare, a sistemare il bucato facendo
credere alla moglie che è lei ad averlo fatto per non turbarla. Mi confronto
con donne che non vogliono concedersi una passeggiata da sole lasciando il
proprio marito con un’altra persona perché hanno sempre fatto tutto con lui e
anche una semplice passeggiata “non è la stessa cosa se lui non c’è”.
Un marito viene
a prendere la propria moglie al termine delle attività, la abbraccia, le da un
bacio e le dice “ Vieni sposa andiamo a casa.” E poi si rivolge a me dicendo
“Guarda quanto è bella mia moglie!” Ecco
cos’è il vero amore.
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