Oggi voglio dare voce ai pensieri più segreti, ai sentimenti
più intimi di chi si prende cura di una persona affetta da demenza. Parole che
loro stessi non riescono a pronunciare nemmeno davanti ad un professionista
perché ritenuti amorali, segno di egoismo o semplicemente indicibili perché non
potranno MAI essere condivisi dagli altri.
E non pensate a
parole come “lo odio”, “se potessi scapperei”, “ma guarda se doveva farmi anche
questa”… queste sono parole che una moglie, un marito, un figlio riescono a dire
senza grossi problemi perché suscitano negli altri compassione e sono quindi accettate.
Chi di noi biasima una persona che dice di non farcela più? Anzi siamo subito
pronti a darle una mano, a chiederle se ha bisogno di qualcosa, addirittura a
consolarla!
Le parole indicibili sono
“non sono all’altezza
della situazione”,
“ho paura di essere
giudicato”,
“mi vergogno di
lui/lei”,
“non so di cosa ha
bisogno”,
“non so cosa fare”.
Chi si prende cura di una persona con demenza è una persona
allo sbando: saltano tutte le certezze costruite in 30-50 anni di vita
insieme, salta la conoscenza della
persona, saltano le modalità con cui eravamo abituati ad affrontare le
difficoltà, salta la modalità relazionale attraverso cui interagivamo con il
nostro caro e salta il modo in cui lui/lei ci trattava… non si tratta quindi di
sapere CHE COSA FARE (e giù tutti a dare consigli e perle di saggezza!) si
tratta di ridefinire una relazione che dura da una vita e l’intera
responsabilità di tale ridefinizione è sulle spalle di chi si prende cura!
Per cui se incontrate qualcuno che assiste un familiare
affetto da demenza…
… non dategli consigli su come gestire la malattia del suo
caro, probabilmente si è già documentata, ha seguito corsi e ha ascoltato mille
storie che iniziano con “anche a me è successo…”
…non ditegli che deve prendersi i suoi spazi, pensate
davvero che non lo sappia o che non lo voglia?
…non chiedetegli se ha bisogno di qualcosa, non lo sa!
Offritegli un caffè e chiedetegli come stanno i suoi nipoti,
come va il lavoro o il corso di pittura a cui ha partecipato, se ha più
comprato la macchina nuova o cosa ne pensa del caldo torrido arrivato
all’improvviso… su questi argomenti ha ancora delle certezze e sa perfettamente
come rispondervi, se poi è lui stesso ad aprire sull’argomento “gestione del
malato” non abbiate paura a dire “non so proprio cosa dirti” …sarete sulla loro
stessa linea d’onda!
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