Dalla nostra pluriennale esperienza (il Centro Rindola a settembre festeggia il suo ottavo anno di attività!) abbiamo evidenziato che quando si parla di neuropsicologia o di riabilitazione cognitiva, non tutti sanno di cosa si sta parlando; o meglio, che per i familiari dei nostri pazienti e il paziente stesso, almeno all'inizio, le parole neuropsicologo, valutazione e riabilitazione sono poco conosciute.
C'è bisogno di chiarezza e soprattutto di conoscenza. Il nostro Blog, nasce proprio per questo scopo.
Innanzitutto, nel
caso di patologie di tipo degenerativo o di esiti di ictus o traumi
cranici, bisogna sempre tener conto che, in un individuo con un normale
sviluppo delle funzioni cognitive, un danno cerebrale (detto "acquisito" in quanto prima dell'evento traumatico non c'era) provoca disturbi
specifici in una o piu’ aree del nostro cervello. La valutazione cognitiva
permette di evidenziare quali siano i processi danneggiati e quali siano rimasti
integri, cioè permette di inquadrare in modo specifico la
natura del disturbo e le possibilità di compensazione e di intervento.
Accanto alla
valutazione quantitativa del danno vi è una particolare attenzione alla
dimensione psicologica della
persona, alla sua modalità reattiva all’evento traumatico, alle sue aspettative
e alla sua progettualità di vita.
La
valutazione neuropsicologica e’ una procedura indispensabile nelle patologie di
tipo neurologico in quanto permette:
- di contribuire alla diagnosi di patologie neurologiche;
- di ottenere un quadro completo dello stato di salute del paziente, considerandone l’efficienza cognitiva;
- di predisporre un trattamento di riabilitazione cognitiva specifico e di verificarne l’efficacia;
- monitorare, attraverso controlli ripetuti nel tempo, il decorso di alcune patologie (come spesso accade per le forme di decadimento cognitivo nelle demenze);
Cosa avviene durante la
valutazione neuropsicologica?
Al paziente viene somministrato del materiale di tipo testistico, cioè delle prove standardizzate le quali prevedono che gli stimoli e le procedure di
somministrazione siano definiti rigorosamente e la prestazione del paziente sia
comparata con quella di un campione di controllo uguale per età e scolarità.
Il materiale testistico, in associazione ad altri strumenti psico-diagnostici, consente
di fornire al paziente e ai suoi cari un
profilo completo sia dal punto di vista cognitivo che dal punto di vista della
personalità e dell’impatto della malattia sulla qualità di vita del paziente.
Proprio quest'ultimo aspetto è di fondamentale importanza in previsione di una presa in carico del paziente.
Il Metodo
Rindola© infatti, prevede un coinvolgimento e una
stretta collaborazione con il familiare/caregiver in quanto la sintomatologia di
tipo neurologico implica un cambiamento
della persona nella sua totalità e in tutti i suoi ambiti di vita.
Dott.ssa Elena Cazzari
Dott.ssa Elena Cazzari
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